Dei musicisti nella sua famiglia
Bill: Il mio patrigno è stato chitarrista; ci ha portato a molti concerti e ci ha accompagnati negli studio. Ci ha fatto davvero venir voglia di fare la stessa cosa. In ogni caso, la sua influenza resta molto forte nella musica dei Tokio Hotel.
La sua avversione per la scuola.
Bill: Abbiamo passato fin troppo tempo a scuola ad annoiarci. Non ne abbiamo che cattivi ricordi. Soprattutto dei prof. Non ce n’è uno che abbiamo davvero voglia di rivedere! E’ stato così orribile che l’unico bel ricordo che ne ho sono qualche compagno che ho incontrato, ovviamente fuori da scuola! (ride) Fare musica era soprattutto un modo per distaccarsi completamente dal mondo della scuola che ci soffocava. Nel suonare ci dimenticavamo le nostre preoccupazioni quotidiane, e in particolar modo i nostri problemi a scuola.
Le sue delusioni d’amore.
Bill: Quando abbiamo una delusione d’amore, capiamo qualcosa di più della vita. Al contrario, quando le storie vanno avanti bene, sono meno ispirato nello scrivere canzoni. Sono le esperienze tristi che, attraverso gli errori che abbiamo commesso, ci portano a crescere e a desiderare di diventare migliori e più adulti. La tristezza e il perdono sono un’importante fonte d’ispirazione per i Tokio Hotel.
La sua concezione dell’artista.
Bill: Il mio sogno di far musica è al di sopra di tutto, in particolare del business che ci gira attorno. Sai, incontriamo davvero molta gente che fa musica non per ragioni artistiche ma per far soldi. Quello che voglio dire è che, nel nostro gruppo, vogliamo essere degli artisti veri. Ecco: questo è ciò che conta ai nostri occhi. Per noi, la parola “star” vuole dire essere un vero artista. Non ha niente a che vedere con gli idioti che si trovano nello show-business, tutta quella gente senza talento che non si trova lì che per far soldi! Noi non siamo così.
I suoi diciotto anni.
Bill:Abbiamo atteso talmente tanto di diventare maggiorenni, io e mio fratello, che abbiamo deciso di fare una bella festa! Abbiamo affittato una sala, abbiamo invitato i nostri amici stretti, i nostri famigliari e siamo finiti ad un Casinò perché se in Germania non sei maggiorenne, non puoi giocare in ambienti del genere. In totale eravamo in trentuno ed è stato troppo divertente dal momento che quella sera abbiamo tutti bevuto molto! E non del succo di mela!
Il suo concerto francese del 14 luglio.
Bill:Un ricordo incredibile! C’era talmente tanta gente che la folla ci sembrava infinita! In più, avevamo la torre Eiffel di fronte a noi. Era da molto che volevamo visitarla e che speravamo di mangiare nel ristorante su in cima ma, alla fine, abbiamo fatto di meglio! D’altra parte, sembra che per entrare in quel locale sia necessario presentarsi in smoking! A questo punto, direi che non fa per noi!
Il suo servizio militare.
Bill: Siamo riusciti a liberarci di quest’obbligo. Che le nostre fan si rassicurino: non mancheremo ai nostri appuntamenti a causa di questa questione. Ci è stato detto che ci faranno sapere se siamo idonei al servizio militare o no. Ma non credo che ci dovremmo preoccupare ancora dei “tre giorni” o cose del genere. Mio fratello non potrà più dire nelle interviste che non sono stato accettato perché il mio “kiki” è troppo piccolo (ride)!
Le sue canzoni in inglese.
Bill: Non è stato facile per me cantare in inglese. Non è la mia lingua materna ma ci sono riuscito perché mi sentivo molto motivato a farlo. Ci siamo sempre detti che sarebbe stato difficile per noi arrivare in Inghilterra. Lo sapevamo fin dall’inizio; l’avevamo già detto anche per la Francia e il resto d’Europa quando abbiamo cominciato a voler suonare oltre le frontiere tedesche. D’altra parte, abbiamo considerato come un onore grandissimo poter fare un concerto a Londra. Comunque, è andata benissimo dal momento che era la prima volta che facevamo i nostri pezzi in inglese. In più, ricordo che nella sala faceva caldissimo!
Le sue fan isteriche.
Bill: Resto sorpreso da tutto ciò che ci accade come gruppo. Le fan, i media, i concerti pieni in sale sempre più grandi. E’ incredibile vedere che facciamo notizia sui giornali perché, appena due anni fa, suonavamo solo in piccoli club. Ci domandiamo proprio: dove andremo a finire, dove ci porterà tutto questo? E’ una cosa talmente gigantesca e smisurata che a volte ci chiediamo se è realmente per noi! (ride)
La sua accoglienza in Francia.
Bill: Quando arriviamo in Francia, è sempre un po’ speciale perché ci sono fan che ci aspettano ovunque. Ma veramente ovunque! (ride) E’ assurdo! Allora, ogni giorno proviamo ad andare a vederle almeno dieci minuti per firmare autografi ed ascoltarle. Per noi è importante ricompensarle delle loro pazienza e del loro entusiasmo.
Il suo ultimo viaggio privato.
Bill:Siamo andati a New York in luglio! Per noi quattro è stato fantastico camminare per le vie senza che nessuno ci riconoscesse. D’altra parte è stato un bene perché a volte abbiamo avuto dei brutti esaurimenti! Laggiù volevamo evadere un po’ e divertirci. Come delle vere vacanze! Ognuno ha potuto dedicarsi alle proprie occupazioni, stare là ci ha distratto. Erano due anni che non avevamo un momento di pace, per cui questi sono stati dei momenti privilegiati per noi. Io mi sono persino perso a Manhattan, in piena Chinatown!
La sua paura prima di salire sul palco.
Bill:Mi rilasso per una buona mezz’oretta con Tom, Georg e Gustav nella nostra stanza; stiamo tutti insieme e agli altri è proibito anche solo vederci. Prima facevamo questa cosa solo 30 minuti prima del concerto, ma, ormai, ci impegna sempre più tempo. E’ impossibile raccontare quello che proviamo, ma passiamo da momenti di grande paura ad altri vicini all’isteria. Prima di salire sul palco siamo sempre sovraeccitati. Io sono super nervoso, Gustav ama isolarsi un altro po’, Tom ascolta della musica con le cuffie e, con Georg, io cerco di concentrarmi come posso. Si potrebbe pensare che con l’esperienza ci abbiamo fatto l’abitudine e abbiamo meno paura, ma è proprio il contrario.
I suoi amori e la sua sessulatà
Bill:Negli ultimi due anni, ad essere sincero, non ho conosciuto nuove ragazze, né ho avuto avventure da una notte. Io sono un tipo piuttosto serio quando si tratta di affari di cuore e quando mi innamoro: mi faccio coinvolgere a fondo e tutto il mio tempo è rivolto a questo. Ma non è proprio il caso adesso che i Tokio Hotel mi impegnano giorno e notte. In ogni caso, non bisogna credere ai giornali che riportano affermazioni che io non ho mai fatto, come quelle per cui io sarei vergine o avrei tendenze omosessuali.
Il suo supposto suicidio.
Billi recente, la cosa più stupida che ho letto su di me è stato che mi ero suicidato nella mia camera d’hotel! E’ stato facile per me provare il contrario, ma è difficile a volte controllare tutto quello che dicono o scrivono sul mio conto. Fa parte del gioco. Non posso passare il mio tempo a smentire tutto quello che si dice o scrive sui forum del mondo intero. Non avrei abbastanza tempo per vivere! (ride)
La sua tournée di ottobre.
Bill: Sono contento di tornare in Francia. Questa volta potremo visitare appieno delle nuove città. Cero, ci sono degli incontri organizzati con le nostre fan ma faremo anche cose che ci vengono spontanee, a seconda del nostro umore. Faremo festa nelle nostre stanze dopo ogni concerto, ne avremo dei bei ricordi. In ogni caso, ogni spettacolo, ogni giorno è per me qualcosa di diverso. Non ringrazierò mai abbastanza le fan che ci permettono di essere tanto fortunati nella nostra vita.
La supercommercializzazione del suo gruppo.
Bill: In effetti, prestiamo veramente grande attenzione a questa questione. Niente viene confermato se prima non si ha la nostra approvazione. Bisogna sapere che non c’è niente di ufficiale nei libri che sono stati pubblicati su di noi e troviamo spesso edite delle interviste che noi non abbiamo mai fatto… Questo fa parte del successo e siamo contenti di averlo, ma, il rovescio della medaglia, c’è sempre gente che arriva a far soldi sulle tue spalle. E’ il caso di tutte le cose che riportano la mia immagine: pupazzi, profumi ecc. E più abbiamo successo, più saltano fuori cose del genere. In ogni caso, abbiamo sempre l’ultima parola sui nostri dischi, foto, video e tutto ciò che ci riguarda da vicino. La nostra produzione, ovviamente, ci dà il suo parere, ma alla fine decidiamo tutto noi. Nelle interviste siamo noi che parliamo, non ci dettano le risposte o il nostro modo di fare.
Il suo lato da fan.
Bill: Comprendo benissimo le fan che vogliono collezionare tutto sul loro gruppo. Perché anch’io facevo così con i miei artisti preferiti. Avevo anche comprato le magliette e altro merchandising. Ho sempre voluto avere cose con il nome dei miei gruppi preferiti. E’ semplicemente normale: quando amiamo qualcosa, tutto il resto non conta. Se venite a casa mia, troverete lo stesso!